Voci dal Servizio Civile #1 - Priscilla

Calcio campo

Priscilla racconta il fuorigioco, ma è una donna

 

Il calcio spiegato da una donna è possibile? Oppure dobbiamo arrenderci allo stereotipo del “calcio per soli uomini"? Ormai nell’ambiente calcistico le donne sono emerse, è vero, ma quanto in realtà si lascia dire a una donna sul calcio? Ha ragione Costacurta quando dice che la moglie non potrebbe metter becco nelle questioni dello spogliatoio o ha ragione lei nel dire che questa affermazione lo avrebbe potuto condurre fuori dalla porta di casa?

 

Tutte domande a cui è difficile dare una risposta.

 

Partiamo dal calcio: uno sport popolare guardato e giocato a tutti i livelli e categorie. Lo sport che unisce le nazioni sotto gli stessi colori e che, a volte, porta ad azioni contrarie a qualsiasi sentimento sportivo. Sì, perché il calcio è una vera contraddizione: uno sport di squadra che però spesso punta solo sulle individualità, popolare, con un esagerato business intorno.

 

In Italia è patrimonio nazionale, non si discute, ma forse potrebbe diventare meno maschile e un po’ più femminile.

 

Non tanto perché si debba per forza dire che il calcio femminile sia allo stesso livello di quello maschile, perché, purtroppo, non lo è. Forse sarebbe possibile iniziare a far parlare le donne di calcio senza etichettarle come mere vallette, più da guardare che da ascoltare. Le donne, infatti, possono parlare di sport, a tutti i livelli e senza che il dibattito risulti meno autorevole o corretto.

 

Se volessimo ampliare il focus e guardare oltre ai salotti televisivi, potremmo vedere quanto le donne abbiano un ruolo anche nell’ambiente arbitrale, e come vengano ingiustamente vessate ogni volta che arbitrano una partita di calcio.

 

Se già la figura dell’arbitro non è ben vista nell’ambiente calcistico e soprattutto dalla tifoseria, una donna arbitro non può che incarnare il simbolo più facile da colpire, purtroppo anche con violenza.

 

Il calcio è uno sport meraviglioso, che agevola l’aggregazione sociale soprattutto in quelle piccole realtà che attraverso lo sport orientano il futuro di molti bambini e bambine, ma forse è arrivato il momento di pensare a una regolamentazione più chiara dei temi sociali che gravitano attorno a questo sport.

 

Oltre ad alcuni aspetti sociali su cui c’è ancora da migliorare, l’attività calcistica italiana è in continua crescita.

 

Al 30 giugno 2018 le tesserate per la Federcalcio sono 25,896 e sono 677 le società registrate delle quali 24 per i campionati di Serie A e Serie B gestiti direttamente dalla FIGC, che dal 2018/19 si occupa anche di Coppa Italia, Campionato Primavera e Supercoppa (fonte FIGC).

 

A Moncalieri non mancano sicuramente le giovani donne sportive, basta guardare oltre il calcio per notare la ASD Moncalieri Rugby che nasce dallo sforzo di un gruppo di appassionati. La sede della società sportiva si trova nella Borgata Santa Maria e le squadre sono composte da ragazzi di età compresa tra i 7 e i 20 anni.

 

L’adesione numerosa e appassionata degli studenti delle diverse classi ha creato il presupposto per la fondazione della ASD Moncalieri Rugby, nata ufficialmente il 6 luglio del 2007.

 

Lo sport è spesso fondamentale per creare vere opportunità per i bambini e gli adolescenti anche in situazioni di disagio e difficoltà.

 

Oggi il Moncalieri Rugby conta più di 170 tesserati della categoria Under 6 alla Categoria Under 16 (Nati dal 2002 al 2013). L’espansione del settore giovanile ha reso necessaria la collaborazione in sinergia con l’ASD Moncalieri Rugby Club 1950 che si occupa delle categorie Under 18, Seniores e Categoria Old con oltre 100 tesserati.

Le due realtà unite sfiorano i 300 tesserati, raccogliendo per la maggior parte atleti di Moncalieri, ma anche di Nichelino, La Loggia, Vinovo, Trofarello, Carmagnola e Torino. L’ASD Moncalieri Rugby conta su uno staff di circa 30 persone.

 

Il rugby è considerato nel pensiero comune come uno sport per veri uomini duri. Anche in questo ambiente le donne hanno dovuto far fatica per trovare il loro spazio, oltre che per una questione di tradizione sportiva, anche per il pregiudizio che accosta le donne al polo opposto del rugby.

 

Sport di vero contatto in cui ci si deve sporcare per raggiungere la meta, il rugby a Moncalieri vanta una squadra femminile di tutto rispetto, che a furia di fare punti magari abbatterà l’idea che le donne non siano portate per gli sport da sempre considerati maschili.

 

Ah, e per concludere nel regolamento del calcio si stabilisce che un giocatore è in posizione di fuorigioco quando si trova nella metà campo avversaria ed è più vicino alla linea di porta rispetto sia alla palla che al penultimo avversario.

Nulla di difficile, no?

 

Priscilla Aquilia 

Volontaria in Servizio Civile Universale presso MoncalieriGIovane

 

 

 

INFO e ISCRIZIONI:

MoncalieriGiovane

Via Real Collegio, 44

Tel 011 64 22 38

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

logoFB piccolo  instagram PNG11